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19/12/2017

Il taccuino che ti ascolta e che ti affianca

Stavo raccontando un po’ del mio “da fare” a Simona Sciancalepore, un’amica business writer e giornalista. Ne è nata un’intervista dietro l’angolo in cui racconto del Great meetings notebook. Le ho ho chiesto di poterla pubblicare anche qua e ne approfitto per ringraziarla ancora!


Mi piacciono le persone che hanno il coraggio di seguire un’intuizione. Anche se non l’avevano programmata, anche se li spiazza, anche quando quell’intuizione fa paura.

Silvia è una di quelle persone e ho anche la fortuna che sia una mia cliente, così capita spesso che ci confrontiamo sui nostri lavori e facciamo volare le idee.

Lei poi ha sempre qualcosa di nuovo da raccontarmi mentre il mio lavoro è un pochino più routinario.

Volevo saperne di più del taccuino, visto che al Freelancecamp aveva fatto da piccolo sponsor tecnico e ne è saltata fuori una bella chiacchierata.

Per chi non la conosce, Silvia è una facilitatrice col pallino dell’innovazione: aiuta i manager a gestire i processi aziendali e l’innovazione dalle persone. Lavora affinché le persone siano più consapevoli e responsabilizzate.

Negli anni ha capito che i contesti di lavoro sono più veloci, che ci sono sempre più input e offerte, ma che i problemi aziendali sono quasi sempre gli stessi.

“In particolare sono due:

– le comunicazioni interne/esterne che si perdono per strada

– e che c’è sempre qualcosa di urgente”.

Quando le ho chiesto come si risolve un problema così (che poi diciamocelo è uno di quelli che abbiamo tutti) mi ha consigliato:

“Ci si deve fermare, fare un passo indietro; prendere consapevolezza della visione di insieme, capire che si insegue il problema sbagliato, allinearsi con tutti e elaborare una strategia per andare insieme nella direzione giusta”.

Silvia in azienda fa proprio così: ascolta qual è il problema, indaga le dinamiche interne, lavora per far emergere gli aspetti non detti.

Che strumenti usi?

“Dei questionari per capire le interazioni aziendali e la visione di insieme, e l’assessment per tirare fuori i punti di forza di ognuno e gestire le relazioni in modo migliore per il benessere produttivo”.

Il tuo taccuino è uno dei tuoi strumenti?

Sogno un mondo dove ogni scrivania possa avere il suo taccuino! Per ora dico che è un metodo veicolato da una bella cosa che fa piacere avere tra le mani”.

Com’è nata invece l’idea del taccuino?

“Ero a cena e mostravo Creography un sistema che aiuta i gruppi di lavoro a gestire e risolvere in autonomia i problemi aziendali a un designer. Creography contiene un bloc notes che piace molto a tutti per l’estetica e la funzionalità, cosa che anche questo designer mi ha fatto notare.

Così ho pensato due cose.

Potevo usare l’idea del taccuino per un utilizzo personale e pensarci intorno una campagna di crowdfunding E così ho fatto”.

Perché proprio il crowdfunding?

“Volevo imparare come si fa una campagna, ascoltare il mercato e pubblicizzare indirettamente Creography”.

Da dove sei partita?

Dall’importanza di avere buone relazioni. Le buone relazioni che ho attivato in fase di pianificazione sono diventate complici nello studio e nei diversi passaggi e mi hanno aiutata a raggiungere il 220% dell’obiettivo.

Mi sono confrontata fin da subito con dei buoni amici, a partire dalla scelta della piattaforma.

Mi sono orientata su Kickstarter perché è molto conosciuta, ha un ottimo backend, si abbina bene a un bel progetto di marketing e il mio lo era”.

Se dovessi definire i tre passaggi essenziali di una buona campagna?

“Studio e pianificazione, creazione della community, prototipazione e marketing.

Prima di partire ho fatto diverse ricerche su com’erano andate alcune campagne di successo, mi ero fatta un’idea di quali fossero i contenuti giusti per incuriosire, di come era fatto un video che raccontasse tutto. Al pulsante che decreta la partenza della campagna ci arrivi molto stanco. Ma devi dare più del massimo: devi poter raccontare che le cose stanno andando bene. Devi fare in modo che le persone condividano il tuo progetto mentre il contatore sale. Quando parti con una campagna dev’esserci subito movimento, entro i primi tre giorni la gente deve pre-ordinare: le persone pre-ordinano se la vedono che la campagna sta andando bene!

Le cose poi rallentano, più o meno!”.

Non avevi paura che qualcosa andasse storto?

“No! Avevo pianificato tutto, anche i tempi. La mia campagna aveva anche le tempistiche giuste per essere inserita fra le campagne a tema regali di Natale.

Poi era nata come un esperimento, ero decisa a viverlo al massimo, perché anche se non fosse andata bene la gente avrebbe comunque parlato di me. Ci avevo provato!!!”.

Qual è stata la parte più dura?

Il momento delle spedizioni: le ho organizzate in tre giorni. Avevo la casa invasa dalle scatole: 25 scatole pesantissime!

Uno giorno mi sono presentata dal corriere con due borsoni Ikea pieni e due valigie, sola con 40 kg di Great meetings notebook.

È stato bello però farcela e mantenere quello che avevo promesso, anche sperimentando dove potevo, soluzioni come la consegna a mano”.

Si è interessata anche la stampa.

“Sì avevo preparato un comunicato stampa che ha attirato l’attenzione dei giornali, ma non pensavo di finire in tv, invece sono contenta di aver vissuto anche quella esperienza e di avere un video che me lo ricorda”.

Come migliora la vita di chi l’ha comprato questo taccuino?

Ha cambiato l’operatività delle persone: chi fa cosa entro quando. Fa chiarezza: si vedono meglio le cose e si possono fare più collegamenti, si ottimizza il tempo, si prendono appunti molto più ordinati grazie ai margini.

Ma c’è anche chi lo usa come bullet journal”.

Il taccuino era fra i tuoi sogni nel cassetto?

“No! Ho seguito un’intuizione, ascoltato una serie di stimoli e li ho razionalizzati.

Le persone mi chiedono spesso come possono essere più efficaci.

Ci perdiamo nei nostri pensieri:

– non ci ricordiamo dove scriviamo le cose,

– siamo presi dal nostro essere umani.

Il taccuino aiuta a essere più efficaci”.

Quante edizioni speciali hai fatto?

“Per ora quella per il Freelancecamp con la copertina di Roberto Pasini e quella personalizzata per Confartigianato AsoloMontebelluna che per salutare le nuove imprese associate, per sostenerle e accompagnarle nella quotidianità, ha regalato loro un’edizione del taccuino con una copertina ad hoc. 

Ce ne sono poi di nuovi pronti e personalizzati per Bizen una digital agency che li ha voluti per il decennale, come regalo speciale ai clienti e altri per un cliente che li regalerà a tutti i dipendenti. E so che ne verranno altri ancora!”.

Stai andando in ristampa?

“Ho riproposto il taccuino al corso di formazione che abbiamo realizzato assieme a Alessandro Bonaccorsi che c’entrava col visual thinking.

Ne ho messo in vendita alcuni in una cartocontabile dalle mie parti e sono andati sold out.

Sto pensando ad un’edizione bilingue per opportunità internazionali. Penso ai regali aziendali.

E ho anche creato i gruppi di acquisto per chi non mi chiede 200 copie, ma 50, se si unisce a altri ordini da 50, a uno da 150 insomma unendo le forze è tutto più semplice.

Ho creato anche gli espositori da banco per le cartolibrerie e per portarmelo dietro alle serate e ai momenti di racconto che sto portando avanti perché, secondo me, questa è un’esperienza che va raccontata può essere da spunto per gli altri come progetto imprenditoriale e di ascolto”.

Qual è il complimento più bello che ti hanno fatto sul taccuino?

“Alla domanda come procede con gli appunti mi hanno risposto sto viaggiando come un missile. Oppure un imprenditore mi ha scritto questo:

È esattamente quello che cercavo e che mi serve durante una riunione… hai messo in pratica con semplicità, ordine e praticità tutto quello che scarabocchiavo, scrivevo, disegnavo su tantissimi fogli. Ho provato negli anni passati con la tecnologia, ma alla fine sono tornato alla mia matita e ai benedetti fogli bianchi. Oggi grazie al tuo metodo e “magico” taccuino è tutto più easy e più fico”.

E tu? Lo porti in borsa?

“Sì se so che lo userò insieme al mio astuccio di penne colorate dei miei colori

– turchese

– fucsia

– viola”.

Lo possono usare tutti?

“Sì imprenditori, manager, freelance e chi ha bisogno di essere più efficace e fare chiarezza tra i pensieri”.