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01/05/2016

Innovare con soluzioni a basso costo: l’esempio di Alberto Lumachi

Alberto Lumachi non lo conoscevo. È stata la prima persona che mi hanno segnalato quando ho iniziato la mia ricerca di #storiedietrolangolo.

Mi hanno detto che aveva una bella storia da raccontare così ci siamo sentiti. Mi ha raccontato un’esperienza che parla di team, di persone che vengono ascoltate, di un approccio imprenditoriale nel gestire l’azienda, anche da parte dei manager.

Chi sei? Qual è il tuo ruolo? Che tipo di responsabilità hai? Di cosa ti occupi?

Mi chiamo Alberto Lumachi, site manager per Allnex Spa, una piccola multinazionale chimica con circa 2000 dipendenti. Sono responsabile per le funzioni operative dello stabilimento produttivo: produzione, qualità e sistemi di gestione, sicurezza, ingegneria e manutenzione. Sono uno degli amministratori delegati della società italiana. Mi occupo delle relazioni industriali e dell’implementazione delle attività strategiche per il sito.

Puoi descrivermi brevemente come è strutturato il team con cui sei coinvolto?

Ho un team di riferimento di cui fanno parte i miei diretti che a loro volta coordinano una settantina di persone.

Con quante persone ti capita di collaborare? Che relazione si crea fra voi?

Le persone nel mio team sono sei. Il rapporto è diretto e informale, come accade in tutta l’azienda. Sono tutti esperti nel loro ruolo. Io do loro gli orientamenti generali, concordo le linee di sviluppo e le priorità. Il team si occupa di trasformarle in azioni. Li supporto e talvolta faccio loro da coach. Grazie alla loro competenza ed esperienza raramente mi trovo a dovere gestire direttamente i problemi operativi del quotidiano. Certamente le relazioni all’interno dell’organizzazione sono ampie e coinvolgono una molteplicità di altri attori.

Quali pensi che siano i punti di forza che ti vengono riconosciuti?

Curiosità, empatia, focus sui risultati, apertura e capacità di relazione.

Qual è il progetto di “innovazione attraverso le persone” a cui hai lavorato di cui sei più orgoglioso o quello più sfidante da affrontare?

È un’esperienza recente che non si è ancora sviluppata del tutto. Si tratta del rilancio di una linea di produzione che era stata dismessa 5 anni fa: abbiamo ricominciato a produrre resine liquide.

Ci eravamo accorti che le vendite del nostro prodotto di riferimento stavano decrescendo e abbiamo iniziato a chiederci come continuare ad assorbire i nostri costi e come occupare le persone.

È stata un’esperienza multidisciplinare e a più livelli, interni ed esterni allo stabilimento. L’ha resa possibile la disponibilità del personale che gestiva nel passato questo tipo di produzioni con le sue competenze tecniche.

In una fase iniziale abbiamo stabilito forti relazioni con gli altri stabilimenti di Allnex che producevano resine liquide, e che sapevamo avere qualche difficoltà. L’obiettivo era di arrivare a proporre delle soluzioni win-win al management della multinazionale. Per farcela abbiamo dovuto costruire la nostra credibilità: “chi affida dei soldi a qualcuno di cui non si conoscono le capacità?”.

Ci siamo chiesti “Come ci proponiamo?”.

Abbiamo deciso così di sistemare una prima linea produttiva e i macchinari necessari assorbendone il costo nel nostro budget manutenzione e, in tempi brevi, siamo arrivati a  un primo prodotto, aprendoci alla possibilità di produrre un’intera famiglia di prodotti.

Con questo risultato abbiamo cercato una soluzione che fosse vincente per tutte le parti interessate, guadagnando la credibilità necessaria per estendere il rilancio ad altre linee di produzione.

Che valore ha apportato al sistema (ad esempio clienti finali o stakeholder o collaboratori)?

Questo progetto ci sta permettendo di portare stabilità allo stabilimento locale e grossi vantaggi a livello strategico per l’intera azienda, a livello globale.

Grazie ai collaboratori siamo riusciti a fare proposte di valore e loro, al tempo stesso, sono cresciuti. Il loro entusiasmo si è diffuso in tutto il personale che ha visto lo stabilimento svilupparsi. I benefici sono a cascata.

Che tipo di approccio hai usato? Hai seguito delle intuizioni?

Avevamo il problema di saturare le risorse. Abbiamo valutato di fare produzioni totalmente nuove, ma i costi di investimento e il rischio di disallineare la nostra offerta dal portafoglio del gruppo sarebbero stati elevati. Così abbiamo iniziato a cercare le soluzioni all’interno della nostra società.

Se dovessi immaginarlo come un percorso, di quali tappe e di quali persone è fatto?

Cogli l’attimo, prepara soluzioni a costo nullo o quasi (usando risorse interne), costruisci la fiducia di tutti gli stakeholder, proponi una visione per gli sviluppi futuri e impegnati a “venderla” con tenacia.

Qual è stato il momento in cui hai capito che quell’approccio stava funzionando?

Quando mi hanno invitato a parlare del progetto di fronte al consiglio esecutivo.

Cosa o chi ti ha aiutato?

Il team interno competente, entusiasta e appassionato dello stabilimento.

Qual è la parte che hai trovato più complicata da gestire? E come l’hai risolta?

La seconda fase: costruire la credibilità a piccoli passi, insistere senza esagerare.

Ti sei ispirato a qualcuno o a qualche processo organizzativo?

Presto molta attenzione a fare scelte coerenti con l’orientamento strategico aziendale.

Avevi mai fatto una cosa del genere prima?

Sì, in parte è quello che faccio. Avevo già seguito progetti di riorganizzazione e rilancio aziendale.

Come ti ha migliorato questa esperienza? Cos’è cambiato nelle tue competenze?

Ho acquisito e strutturato la capacità di vendere le mie idee.

L’hai condivisa con altri? Se sì, come?

Siamo un esempio nei confronti degli altri stabilimenti  grazie al nostro approccio imprenditoriale.

Chiudi gli occhi: come e cosa miglioreresti qui ed ora nel tuo lavoro?

Vorrei avere la possibilità di usare la leva imprenditoriale ancora di più.

Se dovessi spiegare a un bambino cos’è la creatività cosa gli diresti?

È la capacità di trasformare pensiero in azione, immaginazione in realtà.

Completa la frase: l’innovazione è…

Vedere opportunità dove gli altri non riescono ancora a vedere il problema.